Il marketing sensoriale oggi ricopre un ruolo particolarmente importante nel mondo dei consumi in quanto si inserisce in un contesto nel quale i consumatori non sono più alla ricerca di prodotti con cui soddisfare determinati bisogni, ma piuttosto di emozioni ed esperienze.
Prima di iniziare a parlare di marketing dei sensi è tuttavia necessario fare una distinzione fondamentale tra sensazione e percezione: la prima riguarda l’attivazione degli organi di senso attraverso stimoli esterni in grado di suscitare una risposta da parte dell’organismo, la seconda invece corrisponde a quel processo attraverso il quale le informazioni captate dagli organi di senso vengono elaborate, organizzate e interpretate cognitivamente dal nostro cervello.
Le leve del marketing esperienziale
Bernd Schmitt a proposito di marketing sensoriale sostiene che sia più importante la valorizzazione dell’esperienza del prodotto piuttosto che il prodotto in sé.
Secondo lui è possibile controllare l’esperienza sperimentata dal consumatore tramite l’associazione al prodotto di cinque diverse esperienze, dette Strategic Experiential Modules (SEM).
Queste differenti esperienze vanno applicate al prodotto in base alle sue caratteristiche e alle peculiarità del target e sono:
– SENSE experiences: coinvolgono la percezione sensoriale, ossia i cinque sensi. L’esperienza sensoriale può essere impiegata in tutte le fasi della vendita per incrementare il valore del prodotto o servizio e per rendere riconoscibile l’azienda agli occhi dei consumatori;
– FEEL experiences: richiamano i sentimenti dei clienti e hanno come obiettivo quello di creare delle vere e proprie esperienze affettive, che possono andare da una semplice soddisfazione derivante dall’acquisto a emozioni di orgoglio e appartenenza nei confronti del prodotto;
– THINK experiences: sono cognitive e creative e mirano a coinvolgere i clienti attraverso la risoluzione di problemi mentali;
– ACT experiences: coinvolgono il cliente in prima persona, inviandogli messaggi persuasivi e motivazionali con lo scopo di invitarlo ad agire in modo differente da come farebbe normalmente;
– RELATE experiences: mettono il consumatore in relazione con un gruppo di individui aventi interessi e aspirazioni comuni.
Come stimolare i sensi
Ricorrere ai cinque sensi per trasmettere emozioni non solo permette di aumentare il tasso di engagement, ma anche di rafforzare la brand image e aumentare notevolmente l’associazione con il marchio e di conseguenza la possibilità di ricordarselo.
In questo modo si può modificare l’approccio che il consumatore avrebbe nei confronti del prodotto, fornendogli attraverso la brand experience maggiori informazioni con cui convincerlo a comprarne uno piuttosto che un altro.
Ciò che alla fine spinge l’acquirente a scegliere un brand è quindi il coinvolgimento sensoriale ed emotivo.
I cinque sensi visti più da vicino.
1. VISTA
La vista è uno dei sensi dominanti ed è quello che più di tutti è soggetto a stimoli, non a caso circa l’80% delle informazioni vengono recepite attraverso gli occhi. La sua importanza deriva in primis dal fatto che si tratta del primo vero contatto che si riesce a stabilire tra il consumatore e il brand.
Dato che oggi i consumatori sono soggetti a un elevato e continuo inquinamento visivo è fondamentale capire come comunicare il proprio messaggio in modo distintivo, poiché il rischio è quello di creare confusione e disorientamento e di essere quindi ignorati.
L’odierno bombardamento pubblicitario infatti spinge i consumatori a innescare talvolta dei meccanismi di difesa con cui proteggersi, dimenticando o ignorando tutte le comunicazioni che non ritengono utili o che non confermano le loro credenze.
Per quanto riguarda i colori è ormai ampiamente dimostrato che ciascuno abbia un impatto fisiologico differente sull’individuo e che rivesta un ruolo di grande importanza sia nei cibi, in quanto ogni colore è associato ad un gusto specifico, che nei profumi, poiché la colorazione aiuta a identificare le fragranze tra loro.
Dal punto di vista del retail è molto importante non solo la scelta dei colori adeguati ma anche il corretto utilizzo del gioco di luci ed ombre, il quale può influire molto sulla valorizzazione dei prodotti presenti nei punti vendita aumentandone o diminuendone la qualità percepita.
Un esempio a riguardo è Sephora, che nei suoi negozi utilizza un layout minimalista in cui prevale il colore nero, il quale valorizza ed esalta i cosmetici evocando al contempo la femminilità ed il lusso.
2. TATTO
Il tatto riveste un ruolo molto importante in quanto i consumatori necessitano di provare i prodotti, di testarli e quindi di entrare fisicamente in contatto con essi.
Oggi questo senso sta acquisendo maggiore rilevanza agli occhi dei marketers soprattutto per via del fatto che l’acquisto avviene sempre più frequentemente online e dunque i consumatori hanno bisogno di certezze su ciò che vanno a comprare.
Gli individui si differenziano nel bisogno di ottenere le informazioni attraverso il contatto tattile, pertanto presentano un diverso grado di “need for touch”, ossia l’impulso a toccare i prodotti da acquistare.
Questo bisogno dipende soprattutto dall’esperienza soggettiva provata nei confronti del prodotto: i consumatori con un indice di need for touch più elevato hanno quindi una minore confidenza con esso, per cui necessitano di maggiori informazioni sensoriali per decidere procedere con l’acquisto o meno.
Il packaging in tutto ciò riveste un ruolo importantissimo, in quanto non serve semplicemente a proteggere il prodotto ma deve distinguerlo dagli altri, fornendogli un aspetto unico. E’ quindi importante che la confezione risalti non solo alla vista, ma anche al tatto.
Ad esempio Dolce&Gabbana ha creato per alcuni suoi profumi delle confezioni con tappo in velluto, che non solo rappresenta il lusso ma essendo anche morbido al tatto richiama la consistenza degli antichi tappeti siciliani.
3. UDITO
Il suono ha la capacità di attrarre l’attenzione del consumatore, di attivarlo emozionalmente in una situazione di consumo e di incidere sul suo stato psico-fisico. La stimolazione dell’udito è dunque estremamente importante, sia nell’ambito pubblicitario che nel mondo del retail.
La musica infatti crea suggestioni, si radica nella memoria e genera sensazioni positive o negative che si riflettono sull’attrazione o sul rifiuto per una marca, ma non solo, permette anche di aumentare la permanenza in negozio e può influire sulla scelta dei prodotti da acquistare, sulla percezione del brand e del punto vendita.
Per esempio i negozi che vendono prodotti per la cura del corpo, come ad esempio i corner interni ai centri termali di QC Terme, scelgono una musica soffusa, uniforme, rilassante e che richiama la natura per far entrare il consumatore in empatia con l’ambiente.
4. OLFATTO
L’olfatto ha una forte influenza sulle scelte dei consumatori ed è un driver principale del processo di decision making.
Ad oggi sono molte le aziende che hanno riconosciuto l’importanza di questo senso e alcune ne hanno fatto addirittura il proprio cavallo di battaglia, incentrando la loro strategia di marketing sulla stimolazione olfattiva.
Un esempio attuale e di successo a tal proposito è Lush, la cui forza sta proprio nella capacità di aver saputo sfruttare determinate profumazioni per imprimere il proprio brand nella mente delle persone ed essere così più riconoscibile, oltre che rendere maggiormente “appetibili” i suoi prodotti.
Altri esempi possono riguardare le catene alberghiere, come ad esempio Sheraton, che ha impregnato i suoi hotel di una propria fragranza per far ricordare alle persone il brand o il settore del fashion, dove la stimolazione dell’olfatto è invece utilizzata da molto più tempo.
Abercrombie&Fitch ne è un chiaro esempio, in quanto ha fatto del suo profumo un simbolo di riconoscimento inconfondibile del marchio A&F, spruzzandolo sia all’interno che all’esterno dei suoi negozi e anche sui prodotti stessi.
E’ scientificamente provato che l’utilizzo di fragranze all’interno del punto vendita provochi nel cliente un’esperienza piacevole e memorabile. Il profumo quindi non solo permette di rendere il marchio riconoscibile e di fidelizzare i clienti, ma rende anche più facile la memorizzazione e aumenta la permanenza in negozio.
Infine gli odori contribuiscono anche a rendere migliore la percezione del prodotto: una borsa che emana il classico profumo di pelle sarà percepita come di migliore qualità rispetto a un’altra che invece, è inodore e avrà così più probabilità di essere scelta e acquistata.
5. GUSTO
Ovviamente il gusto è dominante nel settore alimentare, tuttavia presenta una forte interconnessione anche con gli altri sensi in quanto circa il 90% di ciò che percepiamo attraverso di esso dipende dall’odore, dalla vista, dal tatto.
E’ stato dimostrato per esempio che mangiare una pietanza in un piatto di plastica diminuisce la sua appetibilità rispetto all’utilizzo di un piatto di ceramica, così come un bel impiattamento rende un cibo maggiormente desiderabile rispetto a uno realizzato in modo non curato.
L’importanza del gusto ha acquisito talmente tanta rilevanza che oggi ricorrono al suo impiego anche marchi non appartenenti al settore alimentare.
I grossi brand del fashion hanno cercato infatti di sfruttare questa leva per offrire servizi complementari alla vendita dei propri prodotti, come ha fatto ad esempio Armani con il suo Emporio Armani Caffè, un luogo di classe in cui cibo e fashion si incontrano.
Sensploration: oggi il marketing deve esaltare tutti i sensi
Tradizionalmente i 5 sensi sono sempre stati studiati in modo isolato dai ricercatori, tuttavia negli ultimi anni sono stati documentati numerosi esempi di interazioni cross modali che hanno dimostrato come anche l’elaborazione sensoriale da parte di un unico senso sia modulata in base agli altri.
Per definire questa tendenza a offrire sempre di più esperienze sensoriali integrate Charles Spence ha coniato il termine sensploration, ossia l’atto di stimolare molteplici sensi in modi nuovi per esaltare l’esperienza complessiva.
Per concludere, ricorrere al marketing sensoriale può portare ad un aumento della notorietà dell’azienda rafforzandone l’identità, rendendone l’immagine più riconoscibile e fidelizzando i clienti, i quali come ho scritto all’inizio sono sempre più attratti dalle esperienze che possono provare attraverso l’acquisto di prodotti.
Per rendere la shopping experience sempre più coinvolgente, memorabile e soprattutto appagante oggi quindi i punti vendita devono essere in grado di stimolare tutti e 5 i sensi, seguendo una strategia di marketing sensoriale capace di esaltarli tutti in modo integrato.
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Lorenzo Ferrari
Brand Ambassador Digital Innovation Days20