Massimo Carnelos

Azienda

Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

Job Title

Capo Ufficio Innovazione Tecnologica e Startup

Bio

Massimo Carnelos è Capo dell’Ufficio Innovazione tecnologica e Startup del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale.
Tra il 2018 e la fine del 2022 è stato Capo dell’Ufficio economico dell’Ambasciata d’Italia a Londra e membro del Consiglio direttivo della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo. Durante il suo periodo londinese è stato anche Vice Presidente onorario della Camera di Commercio e dell’Industria italiana nel Regno Unito, membro dell’Advisory Board della Italians’ Private Capital Association (IPCA); membro del Consiglio della Association of the Economic Representatives in London; e membro del Economic and Commercial Diplomacy Advisory Group (ECDAG) of the International Business and Diplomatic Exchange (IBDE).
Nel suo passato professionale ha lavorato come Research Assistant al Segretariato dell’Assemblea parlamentare dell’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), è stato nell’ufficio Stampa del Consiglio dei Ministri della Unione Europea e alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Ufficio Nazionale per il Servizio Civile).
È in carriera diplomatica dalla fine del 2021. Dal suo ingresso in diplomazia ha lavorato dapprima nel Desk Medio Oriente e nell’Ufficio per la cooperazione scientifica e tecnologica Internazionale. È stato Vice Ambasciatore in Nuova Zelanda, Cipro e Iraq. Dal 2013 al 2018 è stato responsabile della Sezione ricerca e pubblicazioni presso l’Unità d’Analisi e Programmazione del Ministero degli Affari Esteri.

Interventi

08/10/2024 | 10:15 - 10:35
Inspirational

Il Deeptech tra le sfide geopolitiche e finanziarie. Le opportunità per l’Italia.

Le tecnologie emergenti sono determinate per lo sviluppo, la crescita e il benessere di un paese. Si tratta di tecnologie di frontiera che consentono di affrontare sfide complesse e possono decretare il successo di un sistema economico nel futuro. Esse richiedono lungimiranza, politiche industriali visionarie e in particolare un sostegno finanziario robusto e paziente. L’Italia può essere protagonista di questo nuovo ciclo tecnologico avendo le competenze ed infrastrutture di base necessarie. Serve però una visione chiara e ambiziosa su quello che si vuole fare e una nuovo patto tra finanza pubblica e investimenti privati.

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