Larson: «Sfatiamo la mitologia dell’intelligenza artificiale»

25/10/2023 | Press

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La tesi controcorrente dello scrittore di tecnologia e imprenditore americano: la strada che condurrà all’IA di livello umano esiste per ora solo nella nostra immaginazione

La strada che condurrà all’intelligenza artificiale di livello umano e poi alla super intelligenza esiste per ora solo nella nostra immaginazione. Non è vero che ormai l’abbiamo ineluttabilmente imboccata, anzi, non sappiamo neppure dove si trovi. É questa la tesi controcorrente, ma argomentata in modo stringente, sostenuta dallo scrittore e imprenditore americano Erik J. Larson nel suo Il mito dell’intelligenza artificiale (Harvard University Press), da poco pubblicato in italiano da Franco Angeli. Larson, singolare figura di tecnologo-umanista, è in questi giorni in Italia: venerdì scorso è stato ospite del Festival della Diplomazia a Roma, il 25 ottobre interverrà a Milano ai Digital Innovation Days. Classe 1971, ha un dottorato in filosofia all’Università del Texas ad Austin, ha creato due start-up finanziate da Darpa (l’agenzia della Difesa Usa) e lavorato per Cycorp su progetti di IA e con Digital Media Collaboratory di George Kozmetsky.

Perché secondo lei l’Intelligenza artificiale è un mito? Non è, come la descrivono i media, una potente tecnologia che può salvare o distruggere il mondo?
Per come viene percepita in California, ma anche nel resto del mondo, l’intelligenza artificiale è qualcosa di fantascientifico, una specie di Frankenstein, sogniamo di creare qualcosa. Ma non è questo che stiamo davvero facendo. Sono nel settore da 20 anni, e quello che stiamo facendo è creare strumenti. Invece usiamo il linguaggio, parlando di intelligenza artificiale, per mascherare una serie di sentimenti umani, come il desiderio di alcuni di diventare ancora più ricchi.

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