Home / Blog / Noi Brand Ambassador: astronauti del domani
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Manca sempre meno all’inizio dei Digital Innovation Days, l’appuntamento è fissato per il 29, 30 e 31 Ottobre e quest’anno il team dei brand ambassadors fa la differenza. Conosciamoli meglio.

Sono Marilia Tavares, Brand Ambassadors dei DIDAYS20. Ho 23 anni, abito a Torino e frequento la SAA-School of Management. A nome dell’evento sono entusiasta di potervi presentare alcuni miei colleghi di questo fantastico team.

Sono studenti, la prova che i giovani hanno voglia di fare, incarnano perfettamente l’anima della kermesse: intraprendenti, pronti a ripartire e ambiziosi. Ci tengo particolarmente a questa intervista in quanto, come universitaria, incontro spesso colleghi a cui manca il fuoco che hanno questi quattro ragazzi; dialogare con loro mi ha motivata ancora di più a dare il 100% e spero che a fine articolo sentirete la stessa carica che ho sentito io scrivendo le loro storie.

La parola a loro…

Giuliano Fiore

“Se non puoi fare grandi cose, fai piccole cose in una grande maniera.”

Perché solo chi pensa di poter realizzare qualcosa è già un passo avanti verso il traguardo. Si presenta così Giuliano, studente allo IULM, del corso di laurea dedicato a comunicazione, media e pubblicità. Nonostante sia uno studente, presenta già un curriculum di rilievo.

Eleonora Bracaglia

“Determinazione, costanza e tanta voglia di fare sono fondamentali per realizzare qualsiasi cosa”

È la nostra seconda Brand Ambassador, una carica di energia e tanta determinazione. Eleonora, come Giuliano, è una studentessa presso lo IULM, lavora come Giornalista freelance presso Il Graffio online e cura il suo profilo Instagram a regola d’arte.

Eleonora Bracaglia | Digital Innovation Days

Alessandro Colonna

“Non aspettare l’opportunità. Creala”

Alessandro studia a Roma. E’ iscritto alla Sapienza, corso di Marketing e comunicazione; e ha già un curriculum notevole. Oltre a studiare a tempo pieno, segue diversi progetti: è Co-Founder e Social Media Manager presso la 9Seconds, Marketing Specialist presso Damage Srl e ora Brand Ambassador dei Didays.

Alessandro Colonna | Digital Innovation Days

Laura Zucchiatti

“Se hai un obiettivo, lanciati e raggiungilo. Altrimenti perdi già in partenza”

Il motto scelto da Laura la rispecchia a 360°, anche lei non ha timore di porsi un obiettivo e perseguirlo con determinazione. Laura studia Relazione Pubbliche presso l’Università di Udine e ha già seguito diversi stage. Al momento è anche Social Ambassador per un’importante kermesse di marketing che si terrà a marzo.

Laura Zucchiatti | Digital Innovation Days

Perché secondo te si dovrebbe partecipare ai Didays 2020?

Alessandro: “Penso che per chi studia, sia molto importante essere presente ai Digital Innovation Days, in quanto è come passare da astronomo ad astronauta. L’astronomo è colui che studia la teoria, ma solo l’astronauta è in grado di viaggiare e toccare la luna.

I Didays, sono l’opportunità perfetta per conoscere realmente il mondo dell’innovazione e del marketing. Nessun insegnamento sarà mai efficace come questa esperienza.”

Eleonora: “Dal mio punto di vista è un ottimo investimento per il futuro, specialmente per coloro che hanno un progetto in mente. I Digital Innovation Days sono in grado di dare una visione completa sul mondo del digitale, che oggi, come non mai, rappresenta la quotidianità nelle nostre vite. I Didays accolgono veri professionisti dell’innovazione che racconteranno il loro vissuto con qualità.”

Giuliano: “I Didays sono stati in grado di creare un prodotto perfetto sia per professionisti che per semplici appassionati. Troveremo case history interessanti e ascolteremo esperienze concrete che sono il valore aggiunto all’evento.

Laura: “Sono convinta che partecipare ai Didays sia fondamentale, in quanto ci permetterà di ascoltare consigli pratici e prendere nota di efficaci strategie. Si potrà, imparare dal migliore capitale umano del marketing e della comunicazione. Un altro valore aggiunto è sicuramente dato dal fatto che l’edizione di quest’anno sarà online, si potrà seguire anche in smart working.

  • Quest’anno abbiamo diverse sale tematiche: dalla Fashion Tech, alla Sustainability, insieme a Start-up e Formazione Digitale. Ognuna, con speakers leader nel loro settore. Qual è la tematica che più ti appassiona e perché?

Laura: “Sono appassionata di formazione digitale e influencer marketing, in quanto, sono argomenti che studio anche a livello pratico. In particolare, mi attrae la sostenibilità, una tematica attuale che purtroppo nel nostro Paese non è molto sentita”.

Alessandro: “Temi tutti stimolanti e quelli che mi colpiscono di più, sono: la sostenibilità, il web marketing e il social media management. Ad oggi, l’università, è in grado di dare molte nozioni base, ma, partecipando ai Didays è possibile avere una visione nuova. Le 11 sale verticali avranno temi mutevoli con aggiornamenti continui.”

Eleonora: “Quelle che mi interessano di più sono: influencer, social media e sostenibilità. Penso che siano tematiche molto attuali e soprattutto dai meccanismi avvincenti, che raccolgono un’ampia fetta di mercato.”

Giuliano: “Partendo da un’esperienza personale le aree che reputo più importanti sono: web marketing, social media e influencer. Sono tematiche che hanno avuto un ampio sviluppo negli ultimi 5 anni, con notevoli mutamenti. Il focus sugli influencer non è più il numero di seguaci, ma l’engagement che riescono ad ottenere.”

  • Sei Ambassador dei Digital Innovation Days – “Dal Lockdown alla Ripartenza.” Tutti abbiamo dovuto reinventarci, ognuno in modo diverso. Come è stato ripartire?

Alessandro: “L’inizio del lockdown è stato difficoltoso per tutti, adattarsi a nuove abitudini ci ha messo alla prova, ma superato il periodo iniziale è stato più semplice aggiornare gli impegni. Un po’ come i Didays20 che non si sono fermati dinanzi al problema ma hanno trovato una soluzione: creare un’edizione interamente online.”

Eleonora: “Il mio lockdown, purtroppo, è iniziato con un trasferimento. Non è stato un periodo semplice, di conseguenza mi sono dovuta reinventare in diversi modi. Per quanto riguarda la parte universitaria è stata particolarmente difficile in quanto mi sono ritrovata demotivata, perché bisogna dirlo, le lezioni online non sono come in presenza. Nonostante le prime difficoltà non mi sono demoralizzata e questo mi ha fatta riflettere. Ci potranno essere periodi complicati ma ora sono sicura che saprò affrontarli”.

Giuliano: “Per quanto mi riguarda, il punto cruciale è stato senza dubbio l’università. Come Eleonora, mi sono dovuto trasferire e ho avuto problemi tecnici legati ad Internet. In seguito è andata meglio, ed ho proiettato il mio mindset verso una visione positiva. Mi sento fortunato, in quanto sono riuscito a continuare gli studi.

Laura: “Il mio lockdown è stato molto complicato inizialmente. La quantità di tempo era aumentata ma con essa anche le mansioni da svolgere. Mi sento di dire che non è stato per niente semplice organizzarsi. Per fortuna, seguire le lezioni online è stato meno difficoltoso del previsto, è vero che ci siamo ritrovati a fare tutto di corsa, ma, allo stesso tempo, senza stress.

  • Ad oggi sta nascendo il pensiero comune che l’università sia obsoleta e che l’esperienza formativa non sia in linea con i tempi. Secondo te lo studio da autodidatta può essere paragonato al percorso accademico?

Eleonora:

“Penso che la formazione da autodidatta non sia paragonabile al possibile percorso universitario. Infatti, frequentare l’ateneo non significa solo “studiare”, è un’esperienza che forma noi ragazzi anche dal punto di vista sociale. Gli anni accademici ci insegnano a vivere, ad ampliare la propria rete di contatti e a cogliere occasioni per il futuro.

Sono molto appassionata alle materie che studio nel mio ateneo, questo è stato uno dei motivi che mi ha portata ad iscrivermi all’università. Mi interessava intraprendere un percorso pieno di sfide e sono sicura che un domani i miei sacrifici verranno ripagati. Spero che il mio percorso mi aiuti a trovare il lavoro che desidero.”

  • Forbes, nel 2019, ha redatto la Global Innovation Index, ovvero la top 20 dei paesi più innovativi al mondo. L’Italia non rientra in tale classifica, secondo te a cosa è dovuto questo gap?

Giuliano:

“Purtroppo ci troviamo al 28° posto. Non è solo una questione di numeri, ma anche di mentalità e voglia di mettersi in gioco. L’errore più grande è stato perdere la possibilità di sperimentare le innovazioni che esistevano. l’Italia ha un prezioso patrimonio: cultura, arte, turismo, moda e food, ma spesso, decide di non potenziare i servizi, anche a partire da piccoli accorgimenti. Il Paese è frenato da instabilità politica e da poca spesa investita nell’istruzione, ma è anche vero che una buona maggioranza della popolazione è concorde nello stabilire che ci siano fattori determinanti legati al credito.

Dovremmo prendere esempio dalla Svizzera, che in classifica è prima già da 10 anni senza particolari problemi. Qui, i fattori “produzione di conoscenza e tecnologia”, “prodotti della creatività” e “business sophistication” sono il fiore all’occhiello per essere competitivi.

In Italia dobbiamo fare i conti con il “ruolo delle istituzioni” a volte mancante e poca stabilità del contesto politico ed operativo. Ma non tutto è perduto… Per “produzione di creatività” con in testa il design industriale siamo davvero molto bravi. Che dire… Facciamo valere dunque il nostro potenziale. I Digital Innovation Days ribadiranno questo concetto, dobbiamo essere affamati di conoscenza e di innovazione ancora di più che in passato.

  • Sono veramente pochi gli studenti che oltre all’università scelgono di lavorare. Tu invece stai seguendo diversi progetti. Da dove nasce la tua intraprendenza? E perché molti studenti scelgono di concludere l’università per mettere in pratica ciò che studiano?

Alessandro:

“Sono convinto che per imparare bene qualsiasi cosa, la pratica sia la strategia più efficace. Bisogna mettere fin da subito le mani in pasta, non per eccellere o per raggiungere subito i risultati ma per migliorare. Purtroppo in Italia, c’è una concezione diversa a riguardo. Si preferisce terminare gli studi e poi iniziare a lavorare. Io penso che bisogna fare tutto in maniera contemporanea. E non aver paura né di sbagliare, né di fallire.

Il mercato dà troppe incertezze ed i giovani credono di poterle trovare nello studio e conseguire un percorso lineare senza dover esporsi troppo. Il sogno del posto fisso ha generato tante illusioni, ma il lavoro attualmente è flessibile.

I progetti che ho intrapreso, mi hanno dato l’opportunità di sviluppare competenze che le università non ti insegnano: lavorare in un team, gestire lo stress di un lavoro da consegnare, parlare in pubblico, accrescere attitudini imprenditoriali, negoziare, contrattare e organizzare eventi. Adesso lavoro in una startup (mi occupo di marketing e di comunicazione) della quale sono anche tra i fondatori.

  • A fronte della ripartenza sia le aziende che molte persone hanno deciso di porsi obiettivi, sia a breve che a lungo termine, per non perdere più tempo e poter ricominciare al meglio. Quali sono i tuoi più grande obiettivi, a breve e lungo termine? E perché hai scelto proprio questi due?

Laura:

“Il traguardo a breve termine è laurearmi in Relazioni Pubbliche e continuare a formarmi attraverso i corsi online. A lungo termine, desidero entrare nel mondo del lavoro e allo stesso tempo frequentare un master che mi permetta di ampliare le mie conoscenze. Ho scelto questi obiettivi perché nell’attuale contesto lavorativo, la concorrenza è molto vasta e la sola preparazione universitaria non è sufficiente per emergere rispetto alla massa. Bisogna avere competenze e rimanere aggiornati.”

Ora che hai letto l’intervista ti consigliamo di seguire i DigitalAperiTalk, live dal 22 settembre sui canali social dei Didays. Dove alcuni dei nostri Brand Ambassador realizzeranno una breve intervista con i nostri moderatori e relatori delle sale.

Non mancare all’evento che tutto il Paese attende. Acquista il tuo ticket in promo, clicca su digitalinnovationdays

Marilia Tavares
Brand Ambassador DIDAYS20

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