Perché fare ancora storie su Snapchat?

03/06/2017 | Digitale

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Perché fare storie su Snapchat quando possiamo farle anche su Instagram, Facebook e Messenger? Snapchat ha rivoluzionato il linguaggio della comunicazione guadagnando consensi e approvazione ed ha accompagnando gli utenti verso una nuova fruizione dei social network.

Niente numeri e nessun commento pubblico ma una storia dove il protagonista racconta e assembla momenti della giornata che spariranno dopo 24 ore. Una memoria labile e il concetto del Carpe Diem che torna attuale condito da divertimento, creatività e molto altro per contenuti capaci di trasformare il racconto di una giornata in un video.

Un format innovativo che conquista i giovani e non solo, un social che non vive di “riprova sociale”, una piattaforma che mostra l’identità in un preciso momento.

Un’autenticità che ha spiazzato Mark tanto da decidere di creare surrogati dentro le piattaforme di proprietà; il primo “esperimento” è avvenuto con l’avvento delle Stories su Instagram con una battaglia per mettere in ombra il fantasmino. Nel giro di pochi mesi le storie sono arrivate ovunque.

Ma siamo sicuri che rispettino l’intento per cui sono nate le storie di Snapchat? Ogni social funziona in un modo, su Facebook ci sono gli amici, i parenti e diamo le “chiavi” di accesso al nostro profilo a chi conosciamo; di fatto è come se fosse un diario e la sua natura resta più intima.

Su Instagram ci sono dinamiche diverse, siamo nel social fotografico per eccellenza, dove anche nelle storie il concetto di real time viene meno influenzato dallo stile della gallery e dal personal brand.

 Snapchat è per natura dedicato ai video brevi. Per vocazione è spontaneo, veloce, immediato. È nato per scambiare messaggi che si autodistruggono dopo l’apertura e per racconti di durata limitata.

Ho coinvolto i miei amici su Snapchat per capire perchè usano ancora Snapchat per fare le storie. I commenti e le riflessioni degli snapchatter sottolineano l’autenticità di un modello di comunicazione istantanea e meno “costruita” che si avvicina ai comportamenti tipici della comunicazione offline.

“Su Snapchat nel fare storie provo un senso di libertà misto a spontaneità, tutte le storie compaiono in ordine cronologico di pubblicazione, senza nessun algoritmo. Seleziono le storie che voglio vedere, ed una volta pronta la playlist mi immergo nei racconti”.

Snapchat è il posto per eccellenza del “Serendipity”. Uno dei messaggi ricorrenti è sull’importanza delle relazioni.

L’interazione che si crea è diretta, da una conversazione uno a tutti si passa ad una conversazione privata. Il senso di immediatezza e spontaneità è supportato da simpatici filtri facciali. Il tempo speso su questo social diventa l’occasione per ascoltare storie interessanti, imparare qualcosa di nuovo e confrontarsi su svariati temi.

La community si alimenta con mention e conversazioni tanto che la mancanza di una ricerca interna non sembra allontanare gli affezionati al fantasmino. Inoltre, l’elemento video assicura una maggiore vicinanza nei rapporti umani, creando la sensazione di conoscersi dal vivo.

Molti snapchatter hanno sottolineato come la mancanza dei numeri pubblici dona un senso di libertà evitando giudizi e condizionamenti dettati dall’apparire piuttosto che dall’essere.

Nonostante si tratti di un social che punta alla condivisione in real time, i filtri permettono di creare una storia creativa evitando il montaggio e inserendo dei filtri simpatici, da scoprire ogni giorno. L’ultima novità introdotta sono le lenses 3D in realtà aumentata.

Contenuti che scompariranno ma che prima di tutto sono storie, Snapchat infatti, è una palestra per allenarsi nella produzione di video, oltre ad essere il social nativo per questo tipo di esperienze. Un format innovativo che ha fidelizzato gli utenti con l’autenticità che lo contraddistingue.

 “Mark non avrà mai le mie storie, è dispersivo, ormai ci sono troppe funzioni!” Questo è il messaggio ricorrente di molti amici che hanno risposto alla mia domanda.

Facebook e Instagram siamo abituati a vederli come luoghi di scrittura e di fotografia, sono delle vetrine sociali dove confezioniamo il contenuto affinché possa essere apprezzato da chi ci segue con cuori, like e reactions. Di fatto Facebook raccoglie amici “reali” della vita offline ai quali non sentiamo la necessità di raccontare la giornata. Spesso preferiamo nascondergli momenti di vita quotidiana che invece condividiamo volentieri su Snapchat.

Per questi motivi ma soprattutto perchè crediamo nel potere dello storytelling attraverso le storie di Snapchat abbiamo deciso di aprire il profilo Snapchat ufficiale dell’evento. 

Lo Snapchat Team racconterà il percorso di preparazione all’evento con curiosità sull’edizione 2017, novità dal mondo digital su @smdayit_didays.

Ti aspettiamo su Snapchat e al workshop che si terrà il 19 Ottobre dalle ore 18:30 alle 21: “Snapchat for Business: la rivoluzione dei Social Media passa da qui / Snapchat Workshop & Snapchat Aperitivo”. 

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Rosaria Pantone

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