Ritorno al passato: quando la nostalgia guida i consumi

03/04/2017 | Digitale

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Se siete ancora molto lontani dall’età della pensione, ma più passano gli anni e più amate ritrovarvi coi vostri coetanei per guardare con vago disgusto alle abitudini delle nuove generazioni, rimembrando con emozione e malinconia i cari bei tempi di gioventù, allora molto probabilmente siete tra i finanziatori del crescente trend nostalgico dei consumi.

Da qualche anno stiamo assistendo ad una sempre più crescente voglia di ritorno al passato che si sta diffondendo progressivamente in tutti gli ambiti dei consumi: cinema, tv, eventi e, non ultima, la tecnologia.

Del resto in un periodo in cui la tecnologia riesce a modificare radicalmente gli stili di vita in soli dieci anni o anche meno, in cui il futuro è sempre più incerto e sono crollate le certezze che hanno caratterizzato la vita delle generazioni passati, cosa c’è di più confortante che rifugiarsi nel passato?

Tanti sono i brand che stanno portando avanti delle vere e proprie operazioni di nostalgia marketing: una strategia che fa leva sui ricordi e sulle emozioni dei consumatori, per avvicinarli al proprio brand.

La più recente e nota operazione di nostalgia marketing è stata portata avanti da HMD Global, società finlandese che sviluppa dispositivi mobili con il marchio Nokia, che ha rilanciato il cellulare più cult di tutti gli anni 90-2000: il famoso Nokia 3310.

Amato e desiderato da tutti i giovani di allora, il Nokia 3310 debuttò sul mercato nel 2000 e riuscì in soli 5 anni a vendere ben 125 milioni di esemplari. I motivi per cui amarlo erano: il design accattivante, le suonerie polifoniche, i giochi e, non da ultimo, la sua indistruttibilità.

Il nuovo 3310 è stato lanciato il 27 febbraio 2017 a Barcellona in occasione del Mobile World Congress ed è stato sorprendente notare come un piccolo e colorato feature phone sia riuscito a rubare la scena ai più innovativi smartphone di ultima generazione.

punti di forza di questa nuova versione sono il piccolo prezzo (49 euro) e una batteria potentissima che promette un’autonomia di 29 giorni se lasciato in stand by e di 22 ore di telefonate. Una bella ventata di aria fresca che libererebbe dal giogo del caricabatteria a cui siamo costretti con gli attuali smarthphone.

Come ha fatto questo telefonino con un display da 2,4 pollici, una fotocamere da 2 megapixel e una connessione dati ridicola ad attirare tutto questo interesse? Semplice: effetto nostalgia!

Ma le emozioni basteranno a sopperire la mancanza di una fotocamera decente e l’assenza di app ormai fondamentali come Facebook, Instagram, Snapchat e, soprattutto, Whatsapp?

Lo scoprireremo tra qualche mese!

Nel caso di Nintendo l’operazione nostalgia si è rivelata più che vincente.

A luglio 2016 è stato lanciato in America il Nintendo Classic Mini, una rivisitazione mignon della storica console NES, uscita nel 1986 e diventata un cult per tutti i nati tra gli anni 80 e gli anni 90.

La nuova versione del 2016 presenta il perfetto mix di nostalgia e innovazione, permettendo di rivivere vecchie emozioni con la comodità delle nuove tecnologie.

Infatti, la console viene venduta con 30 giochi cult già installati con connessione HDMI che permette di essere collegata alle tv di ultima generazione. Ogni gioco può essere riprodotto in tre diverse modalità: tubo catodico, che riproduce la stessa modalità di visualizzazione delle vecchie televisioni, con tanto di linee di scansione; modalità 4:3, che garantisce il mantenimento dell’originale look, con un leggero allungamento in orizzontale e la modalità pixel perfect, una nuova tecnologia che garantisce immagini nitide anche su schermi molto grandi.

I risultati di vendita sono stati strabilianti con un effetto nostalgia che ha portato alla rottura di stock e a posizionare il nuovo Nintendo Classic Mini in vetta alle classifiche, immediatamente dopo  la Playstation4 di Sony e la Xbox One di Microsoft, leader del mercato.

L’effetto nostalgia risulta vincente anche sul grande e sul piccolo schermo.

l 16 Marzo ha debuttato nelle sale cinematografiche La Bella e la Bestia, live-action remake del classico del 1991,  con ben 7,4 milioni di euro guadagnati solo nel primo weekend.

La Disney si sta affezionando agli ottimi risultati ottenuti dai remake live-action degli ultimi anni: Alice in Wonderland guadagnò 116 milioni di dollari, Il Libro della Giungla 103, Maleficent 74 e Cinderella 68.

Non stupisce che il 2018 in casa Disney sarà ancora a tema remake: da Genius (prequel di Aladdin), a Tink (spinoff di Peter Pan), alla Sirenetta, ci sono tutti i presupposti per rituffarsi nei dolci ricordi d’infanzia.

Non è solo la Disney ad essere rimasta intrappolata nel baratro dei ricordi, ma la maggior parte delle uscite cinematografiche del 2017 saranno a tema nostalgia.

Il 2017 sarà l’anno dei remake di film cult anni 80 e 90.

Assisteremo al ritorno di Jumanji, a quello del cult horror It,  vedremo il reboot di Blade Runner e  persino la trasformazione in film di Baywatch e dei Power Rangers, serie televisive che hanno segnato l’infanzia di chi è nato negli anni 80 e 90.

Il 23 febbraio ha  debuttato in sala T2 Trainspotting, dell’omonimo film cult del 1996, firmato Danny Boyle.

Il secondo capitolo, tanto amato da alcuni spettatori, quanto odiato da altri, è un distillato di nostalgia pura che ben ricalca il trend di questi ultimi anni.

Trainspotting 2 ci insegna che non importa quanto il passato possa essere stato imperfetto e disagiato, di fronte al cambiamento e alle continue incertezze imposte dal futuro, la tentazione sarà sempre quella di riscoprire il caldo calore delle certezze dei tempi andati.

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