Intelligenza Artificiale e chatbot: il futuro è già qui.

01/01/2017 | Digitale

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Pronti per la prossima rivoluzione digitale?

Back to the future: è l’immagine della locandina del film di Zemeckis ad aprire l’incontro Chatbot – Get Ready for the Next Digital Revolution organizzato da Deloitte Digital e da Hej a Milano.
Al posto di ‘Doc’ Emmett Brown, alla guida della DeLorean c’è Andrea Febbraio, co-founder di Teads e lead investor di Hej!, agenzia creativa focalizzata sulla creazione di chatbot per brand.
E si parte tutti con lui, in viaggio con sognatori e scienziati pazzi, tra robot che imparano a camminare da soli e software in grado di scoprire per conto proprio le regole e i trucchi per giocare ad Atari Breakout. È il Deep Learning, bellezza.

Con 1.4 miliardi di smartphone venduti nel 2015 e 4.8 di utilizzatori entro la fine dell’anno in corso, siamo sempre più connessi e interconnessi, con persone e brand. È Luigi Esposito – Senior Manager di Deloitte Digital – a segnalare a tal proposito che il sorpasso è già avvenuto: la gente usa più i principali sistemi di messaggistica che i social network e sembra essere sempre meno interessata a nuove app. La strada da intraprendere è quindi quella dell’integrazione di servizi nei vari Whatsapp, Facebook Messenger e WeChat.
Si pensi che proprio sul Messenger di Zuckerberg, dal lancio ad aprile 2016 sono stati già sviluppati più di 35 mila chatbot; mentre Oracle ha pubblicato uno studio che prevede che, tra meno di 4 anni, più dell’80% dei brand utilizzeranno i chatbot per comunicare con i loro utenti.

Ruolo essenziale nel successo dei chatbot sarà l’inserimento di tale strumento all’interno di una chiara strategia di marketing. Sul punto lo stesso Esposito sottolinea che “Per rendere efficace il processo di lancio e adozione dei chatbot per le aziende, sarà necessario prima di tutto articolare una chiara value proposition, quindi limitare lo scope a specifici prodotti e/o servizi, assicurarsi di disporre di dati rilevanti e infine creare dei meccanismi di ‘learn & adapt’”. ‘Money follows eyeballs’, la finanza fiuta le opportunità e i fondi di Venture Capital hanno già investito in questo settore più di 170 milioni di dollari USA.
Dalla tavola rotonda con Hej!, TheBigBow, Sky, FCA, WeAreSocial e Kettydo a emergere è invece per tutti l’importanza della creatività a supporto della tecnologia. Un chatbot senza personalità è inutile: quella è la prossima sfida, su quello ci si batterà per conquistarsi fette di mercato.

Stefano Argiolas, co-founder e CEO di Hej!, spiega “puntiamo sulla creatività: abbiamo costruito un team composto da scrittori, storyteller e sceneggiatori per creare veri e propri personaggi, che abbiano una storia e una personalità definita in linea con il marchio. I brand potranno così interagire con i loro utenti in linguaggio naturale, ingaggiarli ed emozionarli”.
La rivoluzione è iniziata

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