La reazione delle imprese al lockdown: l’accelerazione digitale in Italia.

04/08/2020 | Digitale

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La situazione sopravvenuta causa pandemia COVID-19 ha fatto in modo che cambiassimo abitudini sociali, costretti, si, ma nella costrizione ognuno ha trovato una via di uscita dall’isolamento. 

Tra i sistemi per intrattenersi, c’è stato quello di utilizzare i social media, durante il periodo marzo-giugno 2020 si è registrato un aumento del 43% dell’utilizzo dei social che ha portato per la prima volta a raggiungere il 51% della popolazione mondiale (rispetto a quelli che non li usano), sfiorando i 4 miliardi di persone nel mese di luglio 2020. 

Come hanno reagito le aziende?

I primi sforzi sono stati messi nell’organizzazione del lavoro da remoto, fornire gli strumenti ai dipendenti e dare accessi cloud per consentire il lavoro da casa. 

Tante le difficoltà: connessione lenta, abitudini differenti, figli a casa da gestire con la scuola on line, nuovi spazi da condividere.

Si è parlato tanto di smart working, un concetto complesso che comprende un accordo tra datore di lavoro e dipendente per realizzare il proprio incarico senza vincoli di orari, spaziali, con una organizzazione per obiettivi o fasi, un cambio di gestione del lavoro che consente una migliore conciliazione tempi di vita e lavoro.

In tanti hanno messo in campo il lavoro da remoto, alcuni lo smart working: con le video call ci si è potuti dare gli obiettivi e verificare gli step di avanzamento lavori. Ad esempio Zoom a marzo ha dichiarato di aver raggiunto picchi da 200 milioni di partecipanti ogni giorno, rispetto ad una media di 10 milioni registrata nelle fasi precedenti all’emergenza sanitaria. La diffusione delle videochiamate ha fatto in modo che Facebook integrasse entro il mese di maggio le “stanze”, proprio derivante dalla piattaforma di cui prima, non dimentichiamo che uno degli scopi del social di Zuckerberg è quello di far rimanere il pubblico nel social media.

Facebook e Instagram

Le Live su Facebook e Instagram sono state un modo per intrattenere e formare le persone a distanza, raddoppiando le visualizzazioni.

La spesa pubblicitaria mondiale ha subito un ribasso di 50 miliardi di dollari, fino all’8,1%, soprattutto i settori viaggi e turismo(-31,2%), intrattenimento e attività ludiche(28,7%), servizi finanziari (-18,2%), vendite al dettaglio (-15,2%) infine il settore automobilistico (-11,4%).

Conseguentemente alle riduzioni generali degli investimenti in Ads di Facebook e Google, abbiamo un aumento dei risultati organici dei contenuti, e un ottenimento di migliori risultati con minori investimenti in advertising.

All’inizio di marzo le aziende hanno chiuso le proprie sedi, chi aveva un e-commerce ha avuto diverse reazioni in base all’area di interesse:

grande distribuzione, food delivery e negozi di vicinato hanno registrato una crescita del 16%, il settore Pharma ed editoria, sono cresciuti. Da segnalare anche +32% sport e Benessere, +39% macchine caffè, +81%giardinaggio +240%beni legati alla sfera sessuale.

Parte del traffico dei nuovi utenti proviene dai social media (24%), ma dove si trovano le aziende?

social preferiti dalle aziende italiane sono Facebook (53%), Instagram (40%)  che con la possibilità di acquistare i prodotti era preferito in alcuni casi a Facebook, equilibrio che potrebbe cambiare dato che Facebook ha introdotto a maggio SHOPS, la vetrina di prodotti per l’acquisto. Seguono Youtube, Linkedin e Whatsapp.

Per una corretta strategia l’equilibrio tra i vari media è fondamentale, analizzare le performances dei vari strumenti consente una buona gestione del budget  e la flessibilità per seguire il mercato.

Per alcuni la sfida sarà mantenere i trend positivi registrati, per altri sovvertire l’andamento negativo, una cosa è certa, il Digital marketing è un asso da giocare in ogni partita!

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Sara Brugnoni

Brand Ambassador Digital Innovation Days | Communication Manager Raja Italia

Fonti: Wearesocial Digital 2020 in Italy – WARC Global Advertising Trends –  facebook.com/business – CA E-commerce in Italia 2020.

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