Intervista a Patrick Abbattista, di DesignWanted

04/07/2018 | Digitale

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Sotto il sole di luglio, riparte il #SMDAYITONTHEROAD! Questa settimana, facciamo tappa a Milano per conoscere Patrick Abbattista, CEO di DesignWanted, nostro media partner per la prossima edizione del Mashable Social Media Day Italy!

Oggi Design Wanted è una piattaforma con una community di oltre 300 mila follower. Facciamo un salto indietro nel tempo, com’è nata l’idea e quali sono stati i primi passi che hai fatto per realizzarla?

Sono arrivato al Design totalmente per caso. Nel 2008 re-incontrai un amico di infanzia, con cui ero all’asilo e che non vedevo da circa 20 anni. Mi parlò del suo blog di design, me ne innamorai e decisi di dargli una mano lato marketing, che era poi la mia formazione.

Dopo 7 anni, decisi di ripartire da zero – ottobre 2015 – lasciando a lui il progetto e reinventandomi con una nuova realtà: DesignWanted.

A differenza della prima iniziativa, focalizzata sulla selezione dei progetti di design, DesignWanted ha unito la mia neonata passione per il design con le mie competenze di marketing. L’idea di fondo era ed è supportare i designer su ciò in cui sono meno preparati: gli aspetti di marketing e business.

Quali sono le principali difficoltà che hai dovuto affrontare per far crescere la piattaforma?

Considerato che lasciando il progetto precedente feci un parziale salto nel buio, la primissima preoccupazione che avevo era ricostruire la community che avevo precedentemente e la rete di collaborazioni internazionali che avevo messo in piedi in 7 anni di attività.

All’inizio, oltre al mio nome e al nuovo brand, non potevo contare su molto altro. Ero alla ricerca di una leva che mi potesse riportare all’attenzione dei big dell’industria del design.

Quanto occorre investire in termini di risorse ed energie per creare una piattaforma di successo?

Dal punto di vista monetario, non ho investito molto. Con circa mille euro sono riuscito a costruire una community che oggi conta oltre 400mila persone. Ho applicato quelle che chiamano tecniche di growth hacking nel periodo migliore di Instagram.

Lato competenze, invece, ho speso intere notti a studiare, mentre il giorno lo dedicavo alla pratica. Corsi su corsi, test su test, per trasformare Instagram in quella leva che cercavo, scoperta grazie a un amico, Stefano Mongardi.

Ero a casa con un ginocchio rotto, fermo a letto. Feci il suo corso, mi convinse, e decisi di ripartire da lì.

Non potevo permettermi di sbagliare, per questo ho dedicato anima e corpo e coltivare sia il canale che la community. Dovevo riprendere il passo con ciò che avevo lasciato.

Chi c’è dietro a DesignWanted? Presentaci il tuo team!

Oltre al sottoscritto, c’è una persona fondamentale in tutti i progetti che ho fatto sino a qui, quindi non solo DesignWanted: Giovanni De Carlo, co-founder, che segue tutti gli aspetti tecnologici.

Giovanni, oltre ad essere uno sviluppatore, è un formidabile problem solver. È grazie a lui se siamo riusciti nel tempo a far evolvere la piattaforma e a rispondere alle esigenze del nostro mercato di riferimento, rimanendo sempre snelli e scalabili. La nostra filosofia, che è poi tipica dei designer, è ‘keep it simple’.

Quali sono, secondo te,tre designer/creativi italiani che si distinguono per la propria strategia di marketing e comunicazione?

Devo essere sincero. Se penso ai giovani, non vedo un grandissimo dinamismo sul fronte della comunicazione. Questo, in parte, per quello che dicevo prima e che mi ha spinto a creare DesignWanted. I designer sono molto bravi a…disegnare, ma spesso si scordano gli altri aspetti, quelli che li porrebbero sotto i riflettori.

Detto ciò, vorrei citare un’azienda, più che un singolo, ovvero LAGO che, secondo me, è tra le migliori sul panorama Italiano a sfruttare il digital lato comunicazione.

Un altro esempio è un designer/creativo che, in realtà, fa più il manager: si tratta di Mauro Porcini, attualmente a capo del Design di PepsiCo. Mi piace sia per il boost che ha dato Pepsi da quando ricopre il suo ruolo, tra design ed experience design, sia per il tipo di comunicazione personale che fa. Capace di comunicare il mood, lo stile creativoche lo caratterizza.

L’ultima che cito è Virginia Di Giorgio, Siciliana e autrice del brand Virgola, che trovo splendido nella sua creatività e coerenza, visto che lo seguo da diversi anni. Grazie alla bellezza delle sue opere, oggi conta un seguito di 130mila persone solo su Instagram, e vende in tutto il mondo le sue creazioni e collaborazioni (https://www.instagram.com/virgola_)

Cosa ti ha spinto a diventare media partner di un evento come il Mashable?

Ad oggi, rappresenta l’evento più importante nel mondo digital Italiano. Riunisce realtà diverse, da spazio a case history assai interessanti ed è un palco prestigioso. In Italia, si sente tanto parlare di Digital, ma sono in pochi ad affrontare la materia in modo serio ed efficace. Ho conosciuto Eleonora Rocca e la passione che mette in questo progetto mi ha convinto a farne parte.

DesignWanted è una canale che parla di Design. Ma in senso ampio, è un progetto di digital marketing che trova le sue radici in un evento come il Mashable. Ho ritenuto sensato farne parte anche per questo.

Alla prossima edizione di #SMDAYIT + #DIDAYS sarà dedicato uno spazio particolare a blogger e influencer. Quanto può essere utile per un creativo/designer/architetto la collaborazione con influencer per far conoscere la propria attività? 

Credo sia fondamentale, e non solo perché l’Influencer genera visibilità, ma soprattutto perché qualifica il lavoro del designer o dell’azienda. Se l’Influencer è credibile, e lo si misura anche dalle collaborazioni che ha all’attivo, allora è essenziale che rientri nelle strategie di comunicazione di un qualsiasi business, che sia micro o una multinazionale.

Lo vedo quotidianamente su Instagram. Collaboro con pagine da oltre 1 milione di followers. In totale, siamo un gruppo di Instagrammer da oltre 13 milioni di contatti aggregati. Ci conosciamo quasi tutti. Quando uno di noi posta un progetto, è molto facile che gli altri lo riprendano sulle proprie pagine. Chiaramente, se l’idea è buona. Non si possono fare miracoli J

I designer e i creativi, più in generale, dovrebbero approfittare delle grandissime opportunità offerte da spazi come Instagram. Un’idea di valore può cambiare le sorti dell’autore nel giro di pochissimi mesi. In alcuni casi, settimane. Quando funzionano e piacciono, ci si impiega un attimo a diventare virali.

Da ultimo, un Influencer ha il polso della situazione nella sua nicchia di riferimento. Se consolidato, conosce istintivamente il sentiment della sua community, sa indirizzare l’azienda verso i contenuti che funzionano meglio, l’aiuta a trasformarli in catalizzatori di attenzione e leads. Senza mai perdere di vista i dati, si intende.

Per farti un esempio, sono spesso in contatto con Sarah Wayne Callies,attrice Hollywoodiana (co-protagonista di Prison Break e altri), che di tanto in tanto mi chiede informazioni sui progetti pubblicati. In diverse situazioni, le ho indicato designer o aziende in linea con i suoi gusti. Ed è più facile che indichi realtà che già conosco e con cui collaboro, per il semplice motivo che il loro nome è già nella mia testa.

Quale futuro sogni per DesignWanted?

Un punto di riferimento per chi si occupa di design. Una tappa obbligata per capire come strutturare un design business e come farlo crescere, per imparare da chi l’ha già fatto. Una fonte di risorse e opportunità imprescindibile per chiunque sia in questo settore.

Voglio che diventi un ecosistema in grado di supportare attivamente sia i designer che le aziende, su scala internazionale, creando opportunità reciproche.

La mia ambizione è che anche il designer che vive nell’angolo più remoto di questo pianeta abbia le stesse opportunità di esprimere il proprio talento di uno che vive a Milano, Londra o New York. Credo nel talento, a prescindere. E la cosa che più mi affascina è l’impatto sociale che il buon Design ha. Non è auto-referenziale, ma migliora effettivamente la vita delle persone.

Per concludere: c’è qualche domanda che non ti fanno mai a cui vorresti rispondere?

Eheh di solito mi circondo di persone che mi chiedono tutto o fanno osservazioni anche scomode. Amo il confronto.

Comunque, se dovessi trovarne una prima dell’evento, prometto che me la farò direttamente li, un pò alla Marzullo, dai.

Grazie, ci vediamo a Milano!

Ilenia Dalmasso

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