La risposta è no. Pagare con lo smartphone anche in Italia non è più utopia. Viviamo in un’era in cui scambiare contatti, foto, video e canzoni tra uno smartphone e l’altro è pura quotidianità, non era inaspettato si arrivasse anche al denaro. Negli ultimi anni, infatti, si sono fatti strada decine di servizi che sfruttano la tecnologia NFC (Near Field Comunication) e non solo per effettuare pagamenti senza dover ricorrere al contante o alle carte di credito.
A dare il via a questa tendenza è stata Google nel 2011 con Google Wallet, che però non ha ottenuto il successo sperato ed è stata presto rimpiazzata dalla più recente Android Play.
Il servizio si è però diffuso con il lancio di iphone 6 e IOS 8, il primo cellulare di casa apple contecnologia NFC.
Come funziona il pagamento contactless?
È molto più semplice di quanto si pensi. Si comincia con lo scaricare l’applicazione che si vuole utilizzare e registrare all’interno del così detto wallet (una sorta di portafoglio digitale) le proprie carte di credito. Una volta entrati i un negozio basta attivare la tecnologia NFC nello smartphone e avvicinarlo al POS per effettuare il pagamento. Non sarà necessario di inserire la carta nel lettore e digitare il PIN. È tutto basato su un canale comunicativo protetto che permette il transito di tutti i dati necessari a concludere la transazione. La banca in pochi sencondi autorizzerà il pagamento e il POS potrà quindi emettere lo scontrino, o in caso contrario negherà il pagamento.
I vantaggi di questo nuovo tipo di pagamento sono molteplici. Innanzitutto il fattore tempo, la comodità di usare il proprio smartphone e la sicurezza: il cliente stesso può accettare la transazione tramite l’applicazione alla quale ha precedentemente collegato le sue carte. Tutti i dati relativi al pagamento vengono memorizzati sulla SIM del dispositivo in un’area protetta.
Vediamo le principali app per poter pagare tramite smartphone e come funzionano.
Apple Pay
L’app è stata lanciata nel settembre 2014 mentre in Italia dal 17 maggio 2017. È disponibile da iPhone 6 in poi e non solo, è scaricabile anche su iPad ed Apple Watch
Apple Pay sfrutta in sinergia il Wallet (un portafogli virtuale dove conservare i dati della carta di credito, buoni sconto, biglietti e carte fedeltà) e chiaramente la tecnologia NFC.
È possibile pagare con Apple Pay in Italia? Certamente ed è semplicissimo: per pagare basta avvicinare il proprio iPhone al POS. Si attende che Apple Pay carichi le carte di credito presenti all’interno del Wallet e si sceglie quella che si desidera. Grazie al sensore Touch ID si potrà autorizzare la transazione, mentre nel caso dell’iPhone X l’utente dovrà utilizzare il Face ID. In Italia Apple Pay per ora supporta le carte di debito e di credito di Unicredit, Mediolanum, Fineco, BCC, Carrefour Banca e Boon, ma il servizio dovrà essere esteso molto presto anche ad altre banche.
Se siete impaziente Apple Pay supporta il servizio Boon, che offre la possibilità di creare un carta di credito virtuale ricaricabile attraverso il proprio conto corrente. In questo modo anche se non si è cliente di una delle banche sopracitate si potrà comunque utilizzare Apple Pay per i pagamenti con lo smartphone.
Android Pay
Come detto Androd pay è erede del precedente e fallimentare esperimento della grande G: Google Wallet. L’app ha fatto il suo debutto negli Stati Uniti nel settembre 2015, mentre in Europa nella primavera successiva, mentre in Italia non è ancora disponibile. Il sistema è molto simile ad Apple Pay: il pagamento avviene tramite NFC, mentre per l’autorizzazione si può fare sia tramite chip biometrici (riconoscimento delle impronte digitali, riconoscimento facciale) sia tramite codice di sblocco. Google Pay è compatibile con un Grande numero di dispositivi, maggiore ad apple Pay: è sufficiente che lo smartphone abbia una versione di Android superiore a KitKat 4.4 e sia dotato di chip NFC.
Samsung Pay
Anche Samsung ha il suo metodo di pagamento contactless, lanciato con il Galaxy S6 inizialmente in Corea del Sud e man mano esportato nel resto del mondo, Italia compresa. Samsung Pay dal punto di vista tecnologico non si differenzia tanto da Apple Pay e Android Pay. Troviamo anche in questo caso: chip NFC per le comunicazioni, portafogli virtuale per salvare i dati della carta di credito e autorizzazione con riconoscimento biometrico. Per poter sviluppare il suo servizio contactless, Samsung ha acquistato la startup LoopPay. Il pagamento con Samsung Pay è similare a quelli già visti. Si inizia con la configurazione del dispositivo e della carta di credito, in seguito sarà sufficiente avvicinare lo smartphone al POS ed effettuare la scansione dell’impronta.
Satispay
Satispay è un servizio completamente sviluppato in Italia e che non necessita della tecnologia NFC. Vediamo come funziona nel dettaglio.
Installata la app bisognerà iscriversi al servizio e collegare il proprio conto corrente attraverso l’IBAN. In seguito è necessario impostare la somma da trasferire sul conto Satispay che potrà essere utilizzata per effettuare pagamenti con lo smartphone o per inviare soldi ad altri contatti. Il servizio è completamente gratuito e non prevede nessuna tassa per il trasferimento (ad eccezione fatta per alcuni istituti di credito). La app permette la comunicazione e la transizione solo tra account registrati. Quindi sia per effettuare il pagamento presso negozi, che per trasferire denaro è necessario che l’esercente o un nostro amico abbia un account attivo su Satispay. Al momento, in Italia, sono circa 18mila gli esercenti che supportano l’applicazione.
Jiffy
Un altro servizio che permette di effettuare pagamenti con lo smartphone senza l’uso della tecnologia NFC è Jiffy. Ma come funziona esattamente? Molto semplicemente quando ci si accinge ad effettuare un pagamento in un negozio, l’applicazione genererà un codice QR Code che il commerciante dovrà scansionare con il proprio smartphone. Sarà così possibile effettuare pagamenti e trasferimenti di denaro.
Vodafone Pay
Non potevamo non parlare di Vodafone, che a sua volta ha lanciato un’applicazione per i pagamenti contactless. Si chiama Vodafone Pay e funzionando attraverso PayPal non ha nessuna limitazione per quanto riguarda gli istituti di credito supportati. Per poter effettuare i pagamenti i soldi vengono direttamente scalati dal conto PayPal che è collegato a quello corrente. Aumenta così la sicurezza, infatti non bisognerà salvare all’interno dell’applicazione i dati della carta di credito, ma solamente quelli del conto PayPal.
Tinaba
Anche Tinaba è un servizio che permette il trasferimento di denaro e che non necessita della tecnologia NFC. L’app non si pone come un semplice digital wallet, ma come un ecosistema digitale con modalità tipiche dei social di condivisione ma trasferito nella sfera del denaro. È infatti possibile scambiare denaro con i propri contatti, condividere le spese con un conto condiviso, dividere un conto tra amici, raccogliere fondi per realizzare i propri progetti o per una giusta causa o risparmiare in automatico con i Salvadanai. Con Tinaba, inoltre, è possibile creare un profilo business per gestire le entrate e le uscite della propria attività commerciale e offrire ai propri clienti un’esperienza d’acquisto personalizzata.
l’app è disponibile sia per IOS che per Android e prevede un portafoglio digitale che sarà possibile ricaricare tramite bonifico o con una carta di credito, di debito o prepagata. È possibile passare al Level B e ricevere una carta Tinaba prepagata e gratuita. Mentre con il Level A si arriva a sottoscrivere un vero e proprio conto corrente con Banca Profilo, partner in esclusiva, e si possono inviare fino a un massimo di 5.000 euro al giorno.
In conclusione si tratta di una vera e propria rivoluzione nel mondo del commercio, che sta prendendo sempre più strada e abbattendo la tendenza italiana a preferire il contante. Niente più carte di credito e tanto meno soldi fisici, basterà usare i nostri dispositivi preferiti come smartphone, tablet e smartwatch.
Il fattore tempo ne decreterà la sempre più larga diffusione, basti pensare a tutte quelle situazioni in cui tirare fuori il portafogli crea rallentamenti o disagi: supermercato, metropolitana e parchimetro solo per cintarne alcuni.
si tratta quindi di una rivoluzione che andrà a beneficio non solo dei consumatori ma anche degli esercenti.