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Intelligenza Artificiale e chatbot: il futuro è già qui.

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Pronti per la prossima rivoluzione digitale?


Back to the future: è l’immagine della locandina del celebre film di Zemeckis ad aprire l’incontro Chatbot – Get Ready for the Next Digital Revolution, organizzato da Deloitte Digital e Hej! a Milano.

Al posto di ‘Doc’ Emmett Brown, alla guida della DeLorean c’è Andrea Febbraio, co-founder di Teads e lead investor di Hej!, agenzia creativa specializzata nella creazione di chatbot per brand.

Inizia così un viaggio straordinario con sognatori e scienziati pazzi, tra robot che imparano a camminare da soli e software capaci di scoprire autonomamente le regole e i trucchi per giocare ad Atari Breakout. È il Deep Learning, bellezza.

Sempre più connessi, sempre più chatbot


Con 1,4 miliardi di smartphone venduti nel 2015 e 4,8 miliardi di utilizzatori entro la fine dell’anno in corso, il mondo è sempre più connesso, non solo tra persone, ma anche con i brand. A tal proposito, Luigi Esposito – Senior Manager di Deloitte Digital – segnala un cambiamento epocale: il sorpasso è già avvenuto. Le persone usano più i principali sistemi di messaggistica che i social network e si dimostrano sempre meno interessate a nuove app. La strada è dunque quella dell’integrazione di servizi all’interno di piattaforme come WhatsApp, Facebook Messenger e WeChat.

Alcuni numeri significativi:

  • Dal lancio di Messenger nell’aprile 2016, sono stati sviluppati oltre 35.000 chatbot.
  • Uno studio di Oracle prevede che, entro meno di 4 anni, oltre l’80% dei brand utilizzeranno i chatbot per comunicare con i loro utenti.

Il ruolo del marketing e della creatività


Il successo dei chatbot dipenderà dall’inserimento di questo strumento in una strategia di marketing ben definita. Luigi Esposito sottolinea alcuni punti chiave:

  1. Articolare una chiara value proposition.
  2. Limitare lo scope a specifici prodotti e/o servizi.
  3. Disporre di dati rilevanti.
  4. Creare meccanismi di ‘learn & adapt’.

Non a caso, i fondi di Venture Capital hanno già fiutato l’opportunità, investendo più di 170 milioni di dollari USA in questo settore. Dalla tavola rotonda con Hej!, TheBigBow, Sky, FCA, WeAreSocial e Kettydo, emerge per tutti un aspetto cruciale: la creatività deve supportare la tecnologia. Un chatbot senza personalità è inutile. Ed è proprio su questo che si giocherà la prossima grande sfida per conquistare il mercato.

Un chatbot con personalità


Stefano Argiolas, co-founder e CEO di Hej!, spiega:

“Puntiamo sulla creatività: abbiamo costruito un team composto da scrittori, storyteller e sceneggiatori per creare veri e propri personaggi, che abbiano una storia e una personalità definita in linea con il marchio. I brand potranno così interagire con i loro utenti in linguaggio naturale, ingaggiarli ed emozionarli”.

La rivoluzione è iniziata.

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